Industria 4.0: automazione, interconnessione, ottimizzazione

Industria 4.0: automazione, interconnessione, ottimizzazione

Una situazione di crisi che diventa un’opportunità di cambiamento e crescita. Industria 4.0, per il settore produttivo italiano, può e deve essere soprattutto questo.

Creare sistemi di macchine interconnesse grazie alle tecnologie digitali, automatizzare ed ottimizzare il lavoro, migliorare la produttività senza rinunciare alla qualità.

L’industria 4.0, che è il centro della trasformazione economica in corso a livello globale, si basa fondamentalmente su questi principi.

Il termine Industria 4.0, più precisamente, “indica una tendenza dell’automazione industriale che integra alcune nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro, creare nuovi modelli di business e aumentare la produttività e la qualità produttiva degli impianti” (Fonte: Wikipedia).

Industria 4.0 come transizione e spinta competitiva

Quella che sta avvenendo, dunque, è una transizione che può davvero dare una spinta importante alla competitività dell’intero sistema produttivo.

In Italia, in particolare, questo processo ha trovato legittimazione e risorse nel recente “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” – parte del programma europeo da 750 miliardi di euro Next Generation EU (NGEU) – che intende rafforzare “il tasso d’innovazione del tessuto industriale e imprenditoriale del Paesee incentivare “gli investimenti in tecnologie all’avanguardia; in ricerca, sviluppo e innovazione; e in competenze digitali e manageriali. (…) Il nuovo piano per la Transizione 4.0 fornisce nuovo impulso alla transizione digitale delle imprese e al tasso d’innovazione del tessuto industriale e imprenditoriale del Paese, ivi incluse le imprese della filiera editoriale, incentivando gli investimenti in tecnologie all’avanguardia così come in ricerca, sviluppo e innovazione”.

Una risposta concreta per superare le fragilità

Questi stimoli e queste risorse arrivano dopo due anni estremamente difficili per il nostro tessuto produttivo, che comunque si trovava in una condizione di fragilità economica, sociale ed ambientale anche prima dell’inizio della pandemia. Per citare solo alcuni dati:

  • tra il 1999 e il 2019 il Pil in Italia è cresciuto in totale solo del 7,9%
  • nello stesso periodo in Germania, Francia e Spagna, l’aumento del Pil è stato rispettivamente del 30,2%, del 32,4% e del 43,6%
  • tra il 2005 e il 2019, il numero di persone sotto la soglia di povertà assoluta è salito dal 3,3 al 7,7% della popolazione, prima di aumentare ulteriormente nel 2020 fino al 9,4% (Fonte: PNRR).

 

L’unica opzione per tornare a crescere

Tra le cause della lentezza che caratterizza la produzione industriale italiana, il già citato “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” indica “l’incapacità di cogliere le molte opportunità legate alla rivoluzione digitale. Questo ritardo è dovuto sia alla mancanza di infrastrutture adeguate, sia alla struttura del tessuto produttivo, caratterizzato da una prevalenza di piccole e medie imprese, che sono state spesso lente nell’adottare nuove tecnologie e muoversi verso produzioni a più alto valore aggiunto”.

L’avvento dell’industria 4.0, quindi, non è un optional, ma è assolutamente una necessità.

SGL: essere industria 4.0 secondo noi

Alla luce di quanto descritto fino ad ora penso – con non poca soddisfazione – che SGL rappresenti, nel nostro Paese, un esempio in controtendenza.

Se, infatti, la voce più importante del nostro budget ha a che fare da sempre con la produzione industriale, è perché le priorità che oggi il PNRR identifica fanno davvero parte di noi: rendere sempre più smart e agevole il setup dei nostri impianti è a nostro avviso l’unica strada possibile per essere ogni giorno più competitivi.

Velocità, efficienza, ottimizzazione

Intervenire sulla produzione in questo modo, cioè cercando di velocizzare ed efficientare la programmazione delle macchine, consente di ridurre il tempo dedicato al setup (fisico e di programma), che incide pesantemente sui costi di produzione.

E procedere più rapidamente richiamando la specifica lavorazione quando necessario, senza doverla impostare di nuovo.

Concretamente, in SGL:

  • il setup fisico di ogni lavorazione viene fotografato e salvato nel gestionale aziendale attraverso un’app dedicata, che abbiamo sviluppato insieme alla nostra software house
  • il setup di programma viene salvato nello stesso luogo, in modo da poterlo richiamare con pochi click nel momento in cui si presenta la necessità di caricare una commessa. Visualizzando subito sullo schermo della macchina il settaggio fisico da applicare.

Approccio artigianale, resa industriale. Il nostro segreto

Questo approccio strategico e operativo funziona. Lo abbiamo potuto verificare direttamente ed abbiamo per questo pianificato una serie di interventi strutturali che ci consentiranno di applicarlo a tutti i nostri reparti produttivi.

Crediamo infatti che la chiave di volta, in un’ottica di transizione digitale, stia proprio qui: nel riuscire a delegare alle macchine tutte le operazioni “semplici” e ripetitive che però richiedono molto tempo, e nel permettere ai professionisti di mettere davvero a frutto e a disposizione dell’azienda le proprie competenze. Il proprio capitale.

Così, infatti, chi lavora con noi può trovarsi agevolato nel proprio lavoro e accertarsi che i prodotti realizzati siano della migliore qualità possibile proponendo nuove soluzioni. Vedendo così valorizzata la propria anima artigiana, che per noi è un elemento di grandissimo valore.

Nuovi macchinari per nuove soluzioni

Gli interventi strutturali a cui mi riferivo poco fa riguardano anche l’inserimento di nuovi macchinari.

Le ultime, in ordine di tempo, che hanno fatto ufficialmente il loro ingresso in SGL, sono:

  • una rifilatrice e bordatrice. Per la sua realizzazione ci siamo rivolti ad un’azienda della zona che vanta in questo specifico settore un’esperienza più che trentennale. La loro gamma di prodotti copre ogni esigenza di mercato, ma a noi serviva di più. Così abbiamo lavorato insieme alla costruzione di una soluzione customizzata e modulata, ma ugualmente semplice da usare, che ci consentirà di togliere ed inserire componenti in base alle lavorazioni di volta in volta da effettuare
  • una pressa piegatrice. A convincerci, in questo caso, è stata l’affidabilità e la precisione di chi dal 1973 produce presse piegatrici, cesoie a ghigliottina e impianti per la lavorazione della lamiera ed è oggi presente in 33 Paesi del mondo. Anche a loro abbiamo indirizzato richieste specifiche che sono state raccolte e che ci hanno permesso di ottenere esattamente il macchinario che desideravamo: semplice nel suo utilizzo ma estremamente flessibile, preciso e performante
  • una nastratrice, anche quesa realizzata ad hoc per noi.

Una delle cose che amiamo di più fare in SGL è trovare soluzioni brillanti e strategiche non solo ai problemi in cui ci imbattiamo, ma anche alle richieste sempre diverse dei nostri clienti.

Agli stimoli che cogliamo nel confronto con loro e nell’osservazione costante di ciò che avviene intorno a noi.
E sono convinto che sia proprio questo modo di vivere la nostra professionalità, il motivo per cui il recente periodo di crisi e la fase di transizione che ne sta derivando non ci hanno né spaventato né colto impreparati. Essere industria 4.0 significa praticare la flessibilità e ricercare la qualità massima ogni giorno. Con i piedi ben piantati a terra e lo sguardo rivolto verso il futuro.

Paolo Squaquara, CEO SGL